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SCUOLA DI FRANCOFORTE

LA SCUOLA DI FRANCOFORTE

La Scuola di Francoforte è una scuola sociologico-filosofica di orientamento neo-marxista. Nasce nel 1923 sotto la guida dello storico marxista Carl Grünberg ed è formata per lo più da filosofi e sociologi tedeschi di origine ebraica. Durante la prima guerra mondiale il gruppo lasciò la Germania e si trasferì prima a Ginevra, poi a Parigi e infine a New York. Dopo la seconda guerra mondiale alcuni esponenti (tra cui Adorno, Horkheimer e Pollock) tornarono in Germania per fondare un nuovo Istituto di ricerca sociale. Horkheimer e Adorno (principali esponenti della scuola di Francoforte) studiarono la condizione dell'uomo nella società capitalistica, nella quale prevale un tipo di ragione strumentale.
Max Horkheimer nacque a Stoccarda nel 1895 in una famiglia borghese ebraica e morì a Norimberga nel 1973. Fu filosofo, sociologo, storico della filosofia ed accademico tedesco. In qualità di direttore dell'Istituto per la ricerca sociale, fece convergere negli studi dell'istituto un approccio interdisciplinare per offrire una riconsiderazione della teoria e della critica marxista della società. Questa riconsiderazione del marxismo di Horkheimer, oppone la “teoria critica” alla “teoria tradizionale”. Lo scopo della “teoria critica” è quindi quello di utilizzare i differenti contributi critici per instaurare una nuova società priva di ingiustizie sociali. Lo scopo della ricerca interdisciplinare non è più scientificamente neutrale ma diventa politico.

Horkheimer si chiede in che modo la razionalità dell'Occidente possa aver dato vita al nazismo. In “Eclisse della ragione” egli ritiene che ciò sia il risultato dell'utilizzo della ragione come strumento contorto di dominio sulla società. Se prima della modernità la ragione veniva considerata come “oggettiva”, nell'uso moderno la ragione diviene invece “soggettiva”, ovvero “strumentale”. Tale “ragione soggettiva” intende dominare la natura e l'uomo i quali tentano di ribellarsi. La stessa scienza è una vera e propria forma di dominio, infatti è oggettiva e riduce a “cosa” tutto ciò che analizza. La scienza passa infatti da strumento di emancipazione ad uno di repressione. Secondo Horkheimer tale utilizzo della ragione inizia con Bacone (proprio per questo riconoscono Francis Bacon come padre della modernità, dalla sua espressione “sapere è potere”) e procede con l'Illuminismo. Horkheimer e Adorno in “Dialettica dell'illuminismo” affermano che la mentalità dell'illuminismo ha generato un aumento della ricchezza materiale, ma allo stesso tempo ha prodotto un aumento esponenziale dell'infelicità degli individui sottomessi alla logica del guadagno e del profitto.

Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno nacque a Francoforte sul Meno nel 1903 e morì a Visp nel 16969. Fu filosofo, sociologo, musicologo e musicista tedesco. Tra le sue opere sono presenti scritti inerenti alla morale e all'estetica, nonché studi critici sulla filosofia di Hegel, Husserl e Heidegger. Adorno in “Minima moralia e Dialettica negativa” sostiene che nel cosiddetto “mondo amministrato” ogni aspetto della vita è controllato e pianificato a causa dell'industria culturale, l'apparato dei mezzi di comunicazione di massa. Egli propone due vie di salvezza dall'oppressione della società:

  1. Una dialettica negativa, ovvero (diversamente da Hegel) non vuole conciliare e pacificare le contraddizioni in una sintesi finale, ma mostrarle e mantenerle in tutta la loro cruda e viva differenza. Implica la consapevolezza dell'altro presente nel mondo, della sua inevitabilità e inconciliabilità.
  2. L'arte come valore conoscitivo nella sua capacità di sfuggire ai meccanismi del mondo amministrato e di denunciarne la crudele inumanità.


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