IMMANUEL KANTImmanuel Kant nasce il 22 aprile del 1724 nella città di Königsberg, al tempo capitale del regno della Prussia Orientale, in un famiglia numerosa e di modeste condizioni economiche. All’età di otto anni, Kant viene iscritto al collegio dove approfondisce gli studi di latino ed ebraico. Questo periodo verrà ricordato dal filosofo come infelice, e la svolta arriva nel 1740, con l’iscrizione all’università Albertina di Königsberg, dove Kant scopre le scienze e il pensiero newtoniano. Nel 1755, ottenuto il dottorato e l’abilitazione all’insegnamento, Kant arricchisce il suo bagaglio filosofico studiando i metafisici tedeschi e Rousseau. Nel 1770 ottiene la cattedra universitaria di logica e metafisica a Königsberg, grazie a “La forma e i principi del mondo sensibile e intelligibile”. La vita di Kant diviene quella dello studioso, che si dedica esclusivamente all’elaborazione del proprio sistema di pensiero. Nel 1788 Kant pubblica la seconda opera maggiore: “la Critica della ragion pratica” sviluppa, in accordo con le opere precedenti, la concezione kantiana della morale, secondo un’indagine critica dei fondamenti dell’agire umano. Kant, abbandonato l'insegnamento nel 1796, si spegne nell’amata Königsberg il 12 febbraio 1804.
Per “Critica della ragion pura” Kant intende l'indagine rigorosa della "facoltà della ragione riguardo a tutte le conoscenze a cui può aspirare, indipendentemente da ogni esperienza". La conoscenza derivante dall'esperienza è detta "a posteriori", mentre quella indipendente dall'esperienza è chiamata "a priori" e solo essa è universale e necessaria. La conoscenza è composta da una materia (le impressioni sensibili che derivano dall'esperienza) e da una forma (l'ordine e l'unità che le nostre facoltà conferiscono alla materia). La Critica della ragion pura vuole indagare gli elementi formali, o trascendentali, della conoscenza (per trascendentale si intende una conoscenza "che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti"). Questa inversione nel rapporto conoscitivo per cui è l'oggetto ricevuto dalla sensibilità e pensato dall'intelletto che si adegua al soggetto conoscente e non viceversa viene definita da Kant la rivoluzione copernicana del pensiero.
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