Passa ai contenuti principali

SCHOPENHAUER

 S C H O P E N H A U E R 

Arthur Schopenhauer nacque nel febbraio del 1788 a Francoforte sul Meno, e morì nel settembre del 1860. È stato un filosofo tedesco ed è considerato uno dei maggiori pensatori del XIX secolo e dell'epoca moderna. Dopo il suicidio del padre (un ricco mercante) si stabilì a Weimar con la madre (scrittrice), dove conobbe Goethe. Decise di dedicarsi alla filosofia e frequentò i corsi di Schulze a Gottinga e di Fichte a Berlino. Schopenhauer, concorde con Kierkegaard, nutrì sempre nei confronti di questi (come di Schelling ed Hegel) disprezzo, definendo Hegel “il gran ciarlatano”. Il suo pensiero fonde, attraverso l'influenza delle dottrine orientali (specialmente quella buddhista e induista), elementi dell'illuminismo, della filosofia di Platone, del romanticismo e del kantismo. L'originale filosofia di Schopenhauer è caratterizzata da un forte pessimismo ed ebbe una straordinaria influenza sui filosofi successivi (come ad esempio Friedrich Nietzsche).
Velo di Maya

Il velo di Maya è il fulcro della filosofia di Schopenhauer, il quale crede che gli uomini siano "ignoranti" poiché non conoscono il mondo. Secondo Schopenhauer il mondo non è così come lo si percepisce, infatti ne parla "come volontà e rappresentazione" e che quindi l'uomo lo vede come lo desidera e non come realmente è. Schopenhauer rappresenta la visione del mondo attraverso l'elaborazione di due forme distinte. La prima forma è quella intellettuale (ossia scientifica, derivante da una conoscenza fenomenica ed un'esperienza sensibile), mentre la seconda è quella della volontà. La prima però non è una conoscenza di tipo oggettivo, poiché conoscere il mondo attraverso la sensibilità non significa conoscerlo veramente. Questo poiché il mondo vero si nasconde sotto al cosiddetto "velo di Maya" (termine derivante dalla cultura induista, ma usato con un significato diverso da quello originale orientale). Per Schopenhauer il velo di Maya rappresenta ciò che nasconde la realtà delle cose, è solo liberandosi di questo velo che l'uomo potrà finalmente conoscere il mondo per come realmente è. Ciò avviene attraverso le tre vie (l'arte, la pietà e l'ascesi) di redenzione dal dolore, ossia modi per sconfiggere il dolore dell'uomo dato dalla sua stessa ignoranza.

Pessimismo cosmico

Il pessimismo cosmico è un punto fondamentale della filosofia di Schopenhauer, secondo il quale la volontà (che non ha alcuno scopo oltre sé stessa) è caratterizzata dal desiderio che coincide con la mancanza dell'oggetto desiderato e perciò il dolore. La "gioia" umana risiede invece nell'assenza del dolore. Siccome l'uomo desidera di più degli altri esseri viventi, soffre più di loro. Secondo Schopenhauer, l'uomo nella sua vita ha sempre fame o sempre sete e quando egli soddisfa un desiderio, la soddisfazione dura per poco. L'uomo è quindi schiavo della volontà di vivere, la quale si esprime attraverso desideri (vuole sempre qualcosa che non ha e che quindi gli manca). Quando però ottiene ciò che vuole, subentra la noia che scompare dal momento in cui l'uomo ritorna a sentire la mancanza di qualcosa. Assieme a questo sentimento di mancanza e desiderio, ritorna la volontà di vivere e quindi il dolore.

Critica all'ottimismo

Schopenhauer critica i diversi ottimismi:

  • Riguardo all'ottimismo cosmico afferma che il mondo è infelice e irrazionale e perciò non può essere un organismo perfetto ed è impossibile l'esistenza di un Dio buono che governa razionalmente, la fede è solamente un'illusione consolatrice.

  • Schopenhauer critica l’ottimismo sociale affermando che i rapporti umani sono regolati dai conflitti e dal desiderio di sopraffazione reciproca (l’uomo prova infatti gelosia dei successi altrui e soddisfazione nelle loro disgrazie ed è l’unico animale che lo fa consciamente e non per istinto). L’uomo entra in società solo ed esclusivamente per sopravvivenza e per il bisogno di regolamentare i propri istinti tramite le leggi dello Stato.
  • In conclusione vi è la critica all’ottimismo storico. La storia non è altro che un conseguirsi di eventi senza fine o razionalità che si ripetono ciclicamente per l’eternità, essa non simboleggia nessun progresso per l’uomo e non ha un vero significato.

Commenti

Post popolari in questo blog

KANT

IMMANUEL KANT Immanuel Kant nasce il 22 aprile del 1724 nella città di  Königsberg , al tempo capitale del regno della  Prussia  Orientale, in un famiglia numerosa e di modeste condizioni economiche. All’età di otto anni, Kant viene iscritto al collegio dove approfondisce gli studi di  latino  ed  ebraico . Questo periodo verrà ricordato dal filosofo come infelice, e la svolta arriva nel 1740, con l’iscrizione all’ università Albertina  di Königsberg, dove Kant scopre le scienze e il  pensiero newtoniano . Nel 1755, ottenuto il dottorato e l’ abilitazione all’insegnamento , Kant arricchisce il suo bagaglio filosofico studiando i  metafisici tedeschi  e  Rousseau . Nel 1770 ottiene la  cattedra universitaria  di logica e metafisica a Königsberg, grazie a “ La forma e i principi del mondo sensibile e intelligibile” . La vita di Kant diviene quella dello  studioso , che si dedica esclusivamente all’elaborazione del proprio sistema di pensiero. Nel 1788 Kant pubblica la  seconda opera magg

HOBBES

 H O B B E S  Thomas Hobbes nasce nel 1588 a Malmesbury, in Inghilterra, nella famiglia di un pastore anglicano. Studiò ad Oxford e fu testimone della guerra civile tra il partito della Corona e quello antiassolutista del Parlamento e le sue posizioni furono favorevoli alla monarchia. I disordini del periodo incisero sul pensiero politico di Hobbes: solo un’alta concentrazione di potere impedisce rivolte e disordini. Fu precettore presso i Cavendish, per questo visitò più volte Italia e Francia, migliorando la sua preparazione filosofica e scientifica, e incontrando personalità come Cartesio e Galileo. La cultura di Hobbes fu quindi un'unione tra formazione classica, cultura scientifica e analisi delle filosofie contemporanee. Il progetto di Hobbes è una filosofia che si costituisca come scienza, modellata su matematica e fisica: ciò fu alla base dell’opera in tre parti Elementa philosophiae (" De corpore , De homine , De cive "). Morì nel  castello dei Cavendish a  Devon

HUME

H U M E David Hume è stato il più grande filosofo del Settecento inglese, noto soprattutto per il suo empirismo radicale e per la sua critica al principio di causalità . Nato nel 1711 a Edimburgo, dove morì nel 1776, Hume rivelò sin da giovane una spiccata inclinazione per gli studi filosofici. A 18 anni intuì che la fisica di Newton avrebbe aperto una nuova era nella storia del pensiero: il metodo sperimentale, applicato allo studio della natura, sarebbe stato esteso allo studio dell'uomo.  Hume approda ad una forma di empirismo radicale o fenomenismo ("esistono solo le nostre idee; non esiste una sostanza e cioè non esiste nulla di reale fuori delle nostre percezioni") e di scetticismo rispetto all’esistenza di una realtà esterna.    Hume affronta il problema della conoscenza e, come John Locke, non ammette l’esistenza di idee innate. Sostiene invece che tutto scaturisca dalle percezioni, ovvero tutto ciò che può essere presente nella nostra mente. Egli suddivide le p