- Coscienza: è secondo Hegel la prima tappa dello spirito ed è la forma base del rapporto dell’uomo con la realtà. Consiste quindi nella capacità dell'uomo di concepire l’esterno, il mondo.
- Autocoscienza: in questa tappal’oggetto viene percepito come non distaccato dal soggetto, Hegel abbandona l’ambito gnoseologico (conoscitivo) per una prospettiva storica che riguarda le più svariate esperienze umane (la società, la storia della filosofia, la religione). Questa parte contiene la dialettica servo-padrone.
Secondo Hegel lo sviluppo dell'autocoscienza dovrà per forza passare attraverso un momento di confronto/scontro con un’altra autocoscienza: l’uomo ha bisogno di altri uomini per potersi definire e acquisire coscienza di sé. Il riconoscimento di sé passa dunque attraverso un conflitto, e dunque attraverso la dialettica del servo-padrone. Secondo Hegel “colui che diventa padrone è colui che non ha avuto timore della morte”. Dunque, padrone è chi ha vinto il timore materiale con la superiorità spirituale: il rifiuto cioè di rendersi schiavi. Si assiste però ad un capovolgimento di ruoli: il servo diventa il vero padrone. Attraverso il lavoro lo schiavo impara a vincere i propri impulsi naturali e si autodisciplina.
Questo raggiungimento dell'autosufficienza e dell’autocoscienza, si ritrova nello stoicismo e scetticismo. Nel primo, il saggio si ritiene apparentemente libero dai condizionamenti del mondo esterno (come ricchezza e passioni) che però nella realtà rimangono immutati. Lo scettico, invece, sospende il suo giudizio sulla realtà e quindi "mette tra parentesi" il mondo esterno da cui si professa indipendente.
- Ragione: definita come “la certezza di essere ogni realtà”, ossia l’uomo, Egli dal Medioevo al Rinascimento ha acquisto la consapevolezza (ancora non completa) di essere il tutto.
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