S C H E L L I N G
Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling nacque a Leonberg (in Germania) nel 1775 e morì a Bad Ragaz nel 1854. È stato un filosofo tedesco, uno dei grandi esponenti dell'idealismo tedesco (con Fichte e Hegel). Il pensiero di Schelling è stato una conitnua evoluzione.
Fu concesso a Schelling di entrare a soli quindici anni nel “Tübinger Stift”, seminario di Tubinga, dove studiò teologia assieme a Hegel (col quale si legò in amicizia). Il pensiero kantiano e la rivoluzione francese, innescarono in lui un entusiasmo che lo spinse ad accogliere e assimilare rapidamente la filosofia di Fichte. Nel 1796 si trasferì come precettore a Lipsia, dove si occupò di scienze naturali. Il successo delle sue prime opere gli fece ottenere due anni dopo una cattedra a Jena, dove frequentò il circolo romantico legandosi ai maggiori esponenti del Romanticismo (tra cui Goethe, Novalis, Schiller e Fichte). Sempre a Jena Schelling ritrovò anche Hegel e i due collaborarono alla pubblicazione del "Giornale critico della filosofia". Cominciarono intanto a manifestarsi gravi polemiche con Fichte, dovute all'incapacità di ciascuno dei due di comprendere il punto di vista dell'altro. Dopo aver ottenuto un'altra cattedra a Würzburg, nel 1806 Schelling si trasferì a Monaco dove insegnò e dove meglio elaborò la sua filosofia. Dopodichè si isolò impegnandosi nella stesura di un'opera mai conclusa: "Le età del mondo". Nel 1841 si trasferì a Berlino dove ottenne la cattedra che era stata di Hegel e dove sviluppò l'ultima fase del suo pensiero: la "Filosofia positiva".
L'ultimo
periodo della filosofia schellinghiana è quello della "filosofia
positiva". Questa venne elaborata in due momenti: con la
“Filosofia della mitologia” e con la “Filosofia della
Rivelazione”.
Secondo Schelling, se la mitologia non viene giudicata a prima vista come un insieme di credenze antiche e superate, essa mostra la storia umana. Il mito è infatti "tautegorico" (ossia non allegorico), nel senso che non va spiegato sulla base di presunte verità poichè esso si esprime come un punto particolare di sviluppo del lungo e significativo cammino della coscienza umana.
Secondo Schelling, se la mitologia non viene giudicata a prima vista come un insieme di credenze antiche e superate, essa mostra la storia umana. Il mito è infatti "tautegorico" (ossia non allegorico), nel senso che non va spiegato sulla base di presunte verità poichè esso si esprime come un punto particolare di sviluppo del lungo e significativo cammino della coscienza umana.
Mentre
però la mitologia non va oltre una concezione puramente
naturalistica
di
Dio, La
filosofia della Rivelazione (resa possibile dall'annuncio cristiano),
rispetto alla filosofia della mitologia, va oltre ad una concezione
puramente naturalistica
di
Dio arrivando ad una conoscenza di tipo soprannaturale.
Secondo Schelling la religione cristiana ha una natura storica che le
attribuisce un immenso valore, il quale non dev'essere ridotto (come
voleva Hegel). Il Cristianesimo non è quindi solo una dottrina, ma
realtà.
Schelling distingue tra filosofia positiva e filosofia negativa. La filosofia negativa può stabilire soltanto le condizioni negative o necessarie (ma non sufficienti) perché qualcosa esista. Qualcosa però per esistere ha bisogno di una libertà riducibile ad una necessità razionale: per questo la filosofia positiva rappresenta l'aspetto complementare a quello puramente logico-negativo della filosofia.
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