Gottfried Wilhelm von Leibniz nasce a Lipsia (Germania) il 21 giugno 1646 e muore ad Hannover il 14 novembre 1716. Fin da piccolissimo dimostra grande intelligenza: a soli 6 anni impara il latino, a 15 entra all'Università di Lipsia, a 17 ottiene la laurea in Filosofia e a 20 un dottorato in Legge. Per un periodo fu anche consigliere personale di Pietro il Grande di Russia.
Leibniz introdusse il sistema numerico binario, e nel 1670 lui e Isaac Newton inventarono del calcolo infinitesimale. Nel 1673 Leibniz ottiene l'ammissione alla Royal Society di Londra presentando la prima calcolatrice meccanica in grado di moltiplicare e dividere. La sua calcolatrice sarà ripresa nel 1820 e diventerà la base di tutte le calcolatrici meccaniche a quattro operazioni. A Leibniz si deve il termine "funzione" (coniato nel 1694) e, pensando che i simboli fossero molto importanti per la comprensione delle cose, Leibniz cercò di sviluppare (senza terminarlo) un "alfabeto del pensiero umano" nel quale avrebbe rappresentato tutti i concetti fondamentali usando simboli.
Sviluppa inoltre un'idea di sistema economico, considerando che la schiavitù non migliora la produttività: è invece uno spreco perché la vera ricchezza risiede nelle capacità dei cittadini di inventare. Leibniz ritiene che uno Stato debba favorire la creazione d'invenzioni, macchine e manifatture, al fine di liberare l'uomo dal lavoro fisico più alienante e di dare alla società più pensatori e capacità. Afferma che la società perfetta è quella il cui obiettivo è la felicità suprema e generale. Secondo Leibniz la ricchezza di una nazione non risiede nelle ore di lavoro ma nella disponibilità di un capitale umano di conoscenza e di un'industria manifatturiera in grado di garantire una crescita economica. Ogni repubblica secondo Leibniz avrebbe dovuto investire nell'istruzione e mantenere una propria industria manifatturiera.
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