Il contesto culturale era fortemente segnato dal platonismo, rinato in Italia attraverso l'umanesimo. L'uomo, come già teorizzato durante l'umanesimo della prima metà del secolo, era visto come "copula mundi": l'interazione tra anima e corpo in cui ciascuno è padrone del proprio destino. Gli accademici riconoscevano come sua massima aspirazione la felicità, non tanto vista come azione o successo politico, ma come ricerca filosofica. Secondo i neoplatonici il mondo era organizzato in sfere concentriche, i cui estremi erano l'Iperuranio (inteso come mondo divino) e la materia (intesa come mondo animale). L'uomo (unico essere in natura dotato di ragione), tramite la mediazione dell'amore e della bellezza, poteva scegliere se elevarsi verso il mondo divino o scendere verso quello animale o anche mantenersi a un'equilibrata distanza.
L'Accademia
neoplatonica fu un'istituzione culturale fondata da Marsilio Ficino a
Firenze nel 1462, per ordine di Cosimo de' Medici. L'Accademia si
trovava nella “Villa le Fontanelle”, dopodiché si espanse nella “Villa medicea” di Careggi. L'Accademia
doveva simboleggiare la riapertura dell'antica Accademia
di Atene
ma costituì anche un importante ritrovo per artisti, filologi e intellettuali tra cui: Pico
della Mirandola,
Poliziano,
Nicola
Cusano,
Leon
Battista Alberti,
Bartolomeo Scala, Cristoforo Landino e
esponenti dei de' Medici, come
Giuliano de' Medici e Lorenzo il Magnifico. Dopo
la morte di quest'ultimo fecero parte della "seconda
generazione" dell'Accademia anche Niccolò
Machiavelli,
il Trissino,
Jacopo
da Diacceto,
Luigi Alamanni e acquisì posizioni favorevoli alla Repubblica e
antimedicee. Fu per questo sciolta nel 1523, dopo la
congiura contro il cardinale Giulio de'
Medici.
Secondo Marsilio Ficino esisteva una tradizione filosofica che andava dall'orfismo di Pitagora, passando per Socrate, Platone e Aristotele fino a giungere al neoplatonismo. Le idee di Ficino ebbero una straordinaria influenza al tempo e vennero riprese anche in seguito, soprattutto dai filosofi con forti interessi religiosi, riscuotendo notevole diffusione anche al di fuori delle scuole o delle accademie. Fondamentale
fu il collegamento che il neoplatonismo rinascimentale fece tra
filosofia classica e cristianesimo, di cui una delle opere più importanti è la “Theologia platonica”
di Ficino che rivaluta il pensiero classico in chiave religiosa
cristiana. Con il tempo l'Accademia sviluppò anche correnti magiche ed
esoteriche.
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